Ai docenti e alle istituzioni formative si chiede di integrare e adoperare nei progetti didattici le nuove tecnologie.
Non si tratta solo di usare un mezzo tecnico, più o meno innovativo. Ma si avverte l’esigenza di nuove linee di intervento pedagogico ancora, in parte, da tracciare.
Tutto intorno si assiste a un’incredibile facilità di accesso alle informazioni e alla coesistenza di spazi e tempi virtuali insieme a quelli del reale. Si stringono e mantengono contatti, personali e lavorativi, al di là del proprio luogo fisico, scavalcando anche logiche temporali. In questo contesto il sapere diventa, forse ancora più di prima, terreno di crescita, evoluzione personale e anche di innovazione sociale ed economica, come indicato anche – tra gli altri – dall’European Education Research Association. E i ragazzi, i nativi digitali, ne sono i più consapevoli ed esperti.
Come la tecnologia abbraccia la formazione
La strada verso l’apertura alle nuove tecnologie digitali in ambito didattico è lunga almeno più di vent’anni. Interventi governativi ed europei indicano il percorso compiuto fino ad ora. (Ativan) Il mondo dell’educazione ha già intravisto nuovi orizzonti, ad esempio, con l’esplosione dell’e-learning e dei MOOC usati soprattutto nell’ambito dell’alta formazione e professionale. Queste forme di didattica a distanza hanno intercettato la richiesta di milioni di studenti nel mondo interessati a una formazione più personalizzata, flessibile, modulabile e informale.
Allo stesso tempo, l’uso sempre più continuo di strumenti digitali anche nelle scuole – dal registro elettronico alla LIM, dal gaming al coding, insieme all’uso del web e di virtual learning environment – ha già iniziato a mettere semi per nuove modalità di interazione interna al contesto educativo. In più, purtroppo, la lunga pandemia ha coinvolto i Paesi di tutto il mondo nell’assicurare il diritto allo studio, dando un’incredibile accelerata all’alfabetizzazione digitale nelle scuole e università e ponendo al centro il tema dell’accessibilità alle risorse tecnologiche.
Quali prospettive?
Come abbiamo accennato, il dibattito nell’ambito della ricerca educativa e pedagogica in relazione alle tecnologie digitali è molto vivo.
Sembra che il legame tra tecnologia e pedagogia sia destinato a diventare più “simbiotico” in futuro proprio per l’esigenza di intercettare nuovi bisogni educativi e la tendenza partecipativa, collaborativa e di condivisione della società del web.
In questo, le tecnologie potranno rivelare le loro potenzialità già nella fase di progettazione didattica che il docente elabora, definendo così la presentazione dei contenuti.
Contenuti didattici sempre più multimediali e capaci di attingere alle risorse OER per il supporto allo studio. Ma anche resi più comprensibili ed emotivamente coinvolgenti con le risorse relative alla realtà aumentata e all’immersive learning. Oltre la “semplice” ricerca sul web.
Ridefinire i contenuti porta a rimodulare l’intero setting didattico e richiede nuovi modi per mantenere la relazione docente-allievo efficace. C’è chi già si è affidato all’uso di social network per favorire la nascita di comunità di apprendimento, e il confronto tra pari ma altre domande si pongono per il ruolo degli educatori, l’uso degli spazi educativi, dei tempi e delle modalità di incontro e fruizione. La sfida per i docenti è camminare al fianco dei propri allievi, come sempre.
E voi, che rapporto avete con l’uso delle tecnologie nell’apprendimento?