Siamo immersi, giorno e notte, tra luci artificiali – in locali pubblici e privati e all’aperto – e quasi ci sorprendiamo al pensiero che solo poco meno di centocinquanta anni ci separano dalla prima lampadina.
Eppure oggi non potremmo proprio immaginare di fare a meno dell’invenzione di Thomas Edison.
Non si tratta solo di avere le case o le strade illuminate al calar del sole, che pure non è poca cosa. La luce artificiale ha sempre di più assunto un valore comunicativo e sociale oltreché funzionale.
Comunicare con la luce
Un museo o un centro commerciale così come un ristorantino romantico o un fast-food offrono, nelle loro sale, non solo “prodotti” diversi ma anche un ambiente luminoso studiato per le differenti esigenze dei loro visitatori: rispettare i dettagli di un’opera; far brillare i prodotti esposti in vetrina; rievocare la vicinanza tra due innamorati oppure no.
Già nel ‘64 il sociologo americano Marshall McLuhan scriveva che la luce elettrica:
“(…) è un messaggio di mutamento totale. È informazione pura, senza un contenuto che ne limiti il potere di informare e di trasformare”.
Oggi sono i lighting designer a dare carattere e identità agli spazi pubblici e privati, grazie a progetti luce mirati. Sono loro a creare quella particolare “atmosfera” che attraverso gli occhi rimane nel cuore.
Cosa fa un lighting designer?
Non importa che si progetti l’illuminazione delle stanze di una casa, o delle vie della città, di un concerto o di un parco pubblico, un progettista illuminotecnico (lighting designer) dovrà sempre giostrarsi tra la fattibilità tecnica dei progetti, la funzione d’uso e sociale degli ambienti e la sua visione creativa. In ogni progetto unisce le competenze che spaziano dal mondo dell’ottica e del meccanismo della visione umana, all’elettrotecnica; della colorimetria allo studio dei materiali, nuove tecnologie e software.
La base tecnica e teorica indispensabile per poter dare vita alle immaginazioni più fantasiose dei progettisti è approfondita nel corso di Elettrotecnica, del professore Fabio Villone, e di Fondamenti di circuiti elettrici, del professore Massimo de Magistris, dedicati al fenomeno dell’elettromagnetismo e al funzionamento dei circuiti elettrici.
Invece, per apprendere i principali elementi coinvolti nella progettazione di ambienti luminosi segnaliamo il corso di Illuminotecnica curato dalla professoressa Laura Bellia dell’Università di Napoli Federico II. Oltre gli aspetti tecnici necessari ad assicurare il massimo comfort visivo, nel MOOC non vengono tralasciati gli aspetti legati al flusso, taglio, direzione, colore delle luci, che maggiormente comunicano e stimolano emozioni.
Non solo illuminare…
Un esempio di evoluzione del concetto di spazio, sempre più “sociale”, fonte di emozione ed esperienza è ben chiarito dal MOOC Progettazione dei luoghi di consumo. L’attenzione si è spostata dal prodotto al brand. I Flagship store o i Guerrilla Store diventano luoghi dove far “esperienza” della marca, del suo mondo, dei suoi valori oltre ad essere, eventualmente, luogo di acquisto. Ancora più evidente il rapporto tra luci ed emozioni in teatro. C’è per questo un settore di studi specifico, l’illuminotecnica teatrale capace di valorizzare la drammaticità di scene e personaggi e fornire, insieme con la scenografie, gli effetti illusori necessari alla rappresentazione. Grazie al MOOC Disegno dello spazio scenico si scoprono le innovazioni nella progettazione delle scene teatrali, dal XVI secolo ad oggi.
Un utile corso per affinare la sensibilità visiva alle geometrie e alle emozioni da disegnare (anche) attraverso la luce.