La lingua italiana è il tessuto connettivo che ci rende una comunità. Ma come cambia, questo tessuto, fuori dall’Italia? Qual è la condizione dell’Italiano all’estero, in ambito sociale, culturale, economico? È possibile scoprirlo su Federica.eu con il corso L’italiano degli stranieri nel mondo e in Italia di Massimo Vedovelli, professore ordinario di Linguistica educativa e di Semiotica all’Università per Stranieri di Siena, un’istituzione di eccellenza per questo settore.
La diffusione dell’italiano all’estero è avvenuta soprattutto con due grandi ondate migratorie: quella post-unità d’Italia e quella del secondo dopoguerra. Proprio la lingua ha fatto da collante in una situazione sociale estremamente frammentata.
Gli emigranti erano campani, siciliani, friulani, veneti, persone che in Italia comunicavano con i dialetti, incomprensibili gli uni agli altri. Eppure, per gli stranieri, erano semplicemente italiani. La necessità ha fatto sì che questa incomunicabilità fosse risolta attraverso nuovi codici linguistici, come, ad esempio, il broccolino: un mix di lingua d’appartenenza e lingua del paese d’arrivo, per provare a colmare il gap con la nuova realtà sociale e con i propri connazionali.
L’inserimento sociale nella nuova realtà ha permesso agli emigranti di spedire soldi in Italia, con i quali si mandavano a scuola figli e nipoti. In questo modo, oltre ad aver diffuso l’italiano all’estero, la migrazione ha contribuito anche al suo consolidamento in patria.
Non è stato solo il sogno di una vita migliore, la molla che ha portato l’italiano oltre i confini nazionali. “Lingua di cultura e arte” per antonomasia, l’italiano ha sempre suscitato un grande fascino sugli stranieri. Poche lingue hanno dato contributi all’umanità superando i confini della propria comunità dei parlanti. L’italiano è fra queste.
In italiano è stata prodotta una letteratura, un’arte, una musica che sono entrate nei patrimoni culturali delle altre comunità. E per molto tempo l’italiano ha goduto, e ancora oggi gode, di questa nomea. Tuttavia, con l’avvento della crisi, questa etichetta ha avuto un effetto limitante sulle potenzialità economiche dell’italiano.
La lingua è non solo veicolo culturale e tessuto sociale: è anche veicolo commerciale. Il Made in Italy è per gli stranieri un universo a cui ci si rivolge con fiducia. In che modo questo universo ha influenzato la diffusione dell’italiano all’estero?
Infine, come un cerchio che la storia chiude senza lasciare nulla al caso, l’Italia si ritrova oggi ad essere meta di stranieri in cerca di un futuro migliore: il Dossier Immigrazione parla di più di 5 milioni di adulti immigrati stranieri in Italia, e di più di 870.000 loro giovani discendenti presenti nella scuola italiana. L’8,9% delle imprese italiane è gestito da immigrati stranieri: la loro presenza nel mondo del lavoro non è limitata ai soli lavori manuali dipendenti e sottopagati. Qual è il loro rapporto con l’italiano? Serve all’Italia e alla sua economia che gli stranieri lo studino? E come insegnarlo? Sono tante le curiosità da scoprire sul filo storico, sociale ed economico che lega l’italiano e il mondo. E le risposte sono tutte in questo corso su Federica.eu!