Sono 2.000.000, in Italia, le persone con disturbi del comportamento alimentare. L’attrazione e repulsione verso il cibo diventa causa di malattia e disagio invece di fonte di nutrimento e piacere.
L’atteggiamento deviante verso l’alimentazione, se prolungato nel tempo, dà luogo a patologie fisiche e/o psicologiche e può creare difficoltà sociali e lavorative. Chi soffre di disturbi alimentari, a volte, ne porta i segni nel corpo magrissimo oppure obeso, ma anche chi presenta un corpo “sano” può nascondere ossessioni legate al proprio nutrimento.
Ma da cosa hanno origine i digiuni prolungati o la necessità di grandi abbuffate, i vomiti autoindotti o le scorpacciate notturne? Ovvero, alcuni dei comportamenti che caratterizzano l’anoressia, il disturbo di alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder), la bulimia nervosa, la sindrome del mangiare di notte (Night Eating Syndrome) e il fenomeno dell’obesità?
Vediamo più in dettaglio.
Le cause etnopsicologiche e neurobiologiche dei disturbi alimentari
Nel personale rapporto con il cibo influiscono diversi aspetti: il basilare meccanismo biologico di fame/sazietà che si definisce già da neonati con le prime poppate; la percezione della propria immagine corporea ma anche lo stadio di sviluppo della personalità e i valori culturali e sociali legati al corpo e all’alimentazione del contesto in cui si è inseriti.
Il mancato equilibrio in uno o più di queste aree causa sintomi più o meno lievi di disturbi alimentari. Si parla di vero e proprio disturbo patologico del comportamento alimentare quando si realizzano le condizioni definite nella classificazione aggiornata dei “disturbi della nutrizione e dell’alimentazione” del DSM-5 il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Un’utile sintesi è presente sul sito della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi dei Comportamenti Alimentari (SISDCA).
Come uscire dai disturbi alimentari?
Spesso un percorso di cura è ostacolato dalla presa di consapevolezza di avere un problema, per un’alterata percezione del proprio corpo. Soprattutto i soggetti in “formazione” o che con uno sviluppo non adeguato del proprio Sé corporeo e mentale possono sviluppare patologie. Non è raro trovare disturbi alimentari nei bambini già verso i 10 anni e poi nell’adolescenza, quando il corpo cambia forma. Allora, il cibo assume valori simbolici e di compensazione che deviano diete nutrizionali appropriate.
Oltre a seguire un corretto regime alimentare, dotato dei nutraceutici fondamentali al corretto funzionamento dell’organismo, è imprescindibile il supporto di un’adeguata terapia psicologica e/o psichiatrica per integrare e rafforzare la visione di sé e ristrutturare il meccanismo di fame/sazietà.
Il corso online sui disturbi del comportamento alimentare
Il Mooc I disturbi del comportamento alimentare approfondisce le diverse cause alla base dei disturbi alimentari e indaga le manifestazioni esteriori e interiori delle principali malattie, a partire dal DSM-5 e delle più pertinenti teorie psico-terapeutiche.
Nelle lezioni la professoressa Fausta Micanti, psichiatra-psicoterapeuta, docente di Disturbi del comportamento alimentare dell’Università di Napoli Federico II propone anche approcci di cura integrata tra le esigenze fisiche-nutrizionali e psicologiche.
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