Sono 268.246 (dati 2017/2018) le alunne e gli alunni disabili, che in questo periodo di emergenza sono costretti, come i loro compagni, a rimanere a casa. A questi si aggiungono gli alunni con bisogni educativi speciali (BES), tra quali rientrano i disturbi specifici dell’apprendimento.
Nonostante il grande impegno da parte degli insegnanti, specialmente quelli di sostegno, che dal punto di vista didattico ed empatico non fanno mancare il loro supporto e la loro presenza agli alunni disabili, è stato necessario individuare i supporti didattici adeguati e i tipi di interventi personalizzati necessari alla didattica inclusiva.
In vista del nuovo anno scolastico, oltre gli strumenti, diventa importante domandarsi quali sono le linee guida da adoperare affinchè l’inclusione sia fattibile e possibile anche quando l’emergenza sarà finita.
In questo post abbiamo approfondito l’argomento con il Prof. Alberto Ardizzone, dirigente scolastico che si occupa della diffusione della cultura dell’accessibilità nelle scuole.
Come emerge dall’intervista, gli studenti affetti da un disturbo specifico di apprendimento spesso già nelle lezioni in presenza faticano ad organizzare i materiali, a gestire il diario o reperire le schede e maggiormente può verificarsi nelle lezioni a distanza. In questo contesto, come conferma anche Ardizzone, i cosiddetti “strumenti compensativi” hanno un ruolo di fondamentale importanza. Il riferimento principale per le attività a scuola e in particolare, ora, per le lezioni a distanza, dovrebbe essere il Piano Didattico Personale (Pdp), che prevede l’impiego di questi strumenti (registratore, calcolatrice, programmi di sintesi vocale, videoscrittura con correttore ortografico, lingua dei segni) per gli alunni con disabilità, indicando come possano essere utilizzati per le verifiche e le valutazioni.
Altro aspetto da non sottovalutare riguarda l’accessibilità dei contenuti. Bisogna puntare a uniformare i materiali didattici e quindi anche le piattaforme; semplificare i progetti, scegliendo competenze e obiettivi; far lavorare i ragazzi in piccoli gruppi di studio live, con tempi più distesi per la spiegazione. Si possono far usare software di sintesi vocale che trasformino compiti di lettura in compiti di ascolto, libri o vocabolari digitali, mappe concettuali. La correzione, poi, può diventare un modo per «personalizzare» l’insegnamento. E le interrogazioni dovrebbero essere individuali, in video. Tuttavia l’accessibilità investe anche il mondo relazionale e comunicativo che attraverso alcuni accorgimenti (parlare lentamente, in modo chiaro e semplice, senza usare termini particolarmente difficili) permette di creare “ponti comunicativi” tra le persone consentendo un dialogo più pieno e significativo.
Gli strumenti/software accessibili
Il 17 marzo il Ministero dell’Istruzione ha diramato una nota con le indicazioni operative per la didattica a distanza anche per tutte le tipologie di alunni con BES. Nello stesso documento vengono suggeriti anche alcuni strumenti per trovare, organizzare e divulgare il materiale utile ad alunni disabili.
Tanti sono gli ausili software di qualità, personalizzabili, flessibili, accessibili e usabili pensati per affiancare e supportare il lavoro dei dirigenti scolastici, del personale e degli insegnanti nei percorsi didattici a distanza per gli alunni con disabilità in questo momento di emergenza.
Per una didattica inclusiva diventa quindi necessaria una nuova riformulazione della relazione didattica sia attraverso un ripensamento e una semplificazione dei materiali, che non è più coincidente con il tempo della lezione in presenza ed è necessario anche reinventare un contesto che preveda non solo una forma di “presenza alternativa” da parte dei docenti ma anche una nuova impostazione della didattica attraverso l’utilizzo di strumenti adeguati.
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Approfondimenti
Comunicazione inclusiva: alcune risorse
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