Empatia, problem solving, flessibilità, capacità di fare squadra, gestione dei conflitti, comunicazione efficace. Tutte queste caratteristiche, e molte altre, prendono il nome di competenze trasversali, capacità che determinano il modo di relazionarsi di una persona all’interno di un contesto lavorativo o sociale. Si tratta di un insieme di aspetti che afferiscono alla sfera personale e che possono spaziare dalla capacità di gestire lo stress a quella di guidare un team e che servono a creare un ambiente di lavoro sereno e di conseguenza a incrementare la produttività. Diversamente dalle competenze tecniche, che riguardano specifiche conoscenze acquisite attraverso lo studio o esperienze professionali, quelle trasversali costituiscono una marcia in più che a parità di requisiti può fare la differenza durante un colloquio di lavoro.
Competenze trasversali: una definizione in costante cambiamento
Nel corso degli anni sono state date tante definizioni diverse a questo tipo di requisiti.
L’ISFOL (Istituto per la Formazione Professionale dei Lavoratori) negli anni ‘90 ha tracciato una prima definizione delle competenze trasversali spiegando che si tratta di “un insieme di abilità di ampio spessore che sono implicate in numerosi tipi di compiti, dai più elementari ai più complessi, e che si esplicano in situazioni tra loro diverse e quindi ampiamente generalizzabili”.
L’importanza di queste capacità si riflette anche nella formazione scolastica, infatti, il Miur, nelle linee guide sui Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) le definisce come caratteristiche “trasferibili attraverso la dimensione operativa del fare: capacità di interagire e lavorare con gli altri, capacità di risoluzione di problemi, creatività, pensiero critico, consapevolezza, resilienza e capacità di individuare le forme di orientamento e sostegno disponibili per affrontare la complessità e l’incertezza dei cambiamenti, preparandosi alla natura mutante delle economie moderne e delle società complesse”.
Il concetto alla base di entrambe le definizioni è proprio la trasferibilità. Non importa infatti quale sia il lavoro che si sta svolgendo o l’ambiente in cui ci si trova, le competenze trasversali fanno parte di quel bagaglio personale che ognuno porta con sé in qualunque contesto professionale.
Quali saranno le soft skill più richieste nei prossimi anni
Un bagaglio estremamente utile e che può aumentare le possibilità di ottenere un posto di lavoro. In ogni colloquio infatti non c’è recruiter che non chieda al candidato di elencare le proprie competenze trasversali o soft skill. Tra quelle ritenute più importanti fino a qualche anno fa, come risulta da un’indagine Epale, c’erano la gestione del tempo, la motivazione e la flessibilità. Ma il mondo del lavoro è uno scenario in continua evoluzione e le capacità più richieste oggi sono diverse da quelle ricercate in passato e da quelle che si chiederanno ai lavoratori dei prossimi anni. Secondo il report “The Future of Jobs” del World Economic Forum, nei prossimi cinque anni il possesso di determinate competenze trasversali diventerà cruciale per quasi ogni professione e in particolare si prevede che quelle più richieste saranno:
- Capacità di analisi e di essere innovativi;
- Capacità e strategie di apprendimento;
- Problem solving;
- Pensiero critico;
- Creatività, originalità e iniziativa;
- Leadership e capacità di influenzare gli altri.
Non dimenticare di aggiungere la voce “competenze trasversali” nel cv
Risulta quindi necessario inserire in ogni curriculum una voce dedicata alle competenze trasversali. Dopo aver inserito i titoli di studio, le qualifiche, le esperienze di lavoro fatte (le hard skills), la parte finale del modulo (se prendiamo ad esempio il classico formato europass) dedicata alle “capacità personali” o “altre competenze” è il posto giusto per inserire tutte le soft skills che pensiamo di possedere. Dalla capacità di essere creativi, alla flessibilità, passando per l’intelligenza emotiva al saper gestire i conflitti. In alternativa è possibile anche parlarne diffusamente, magari raccontando anche delle esperienze, oltre che stilare un semplice elenco, all’interno di una lettera motivazionale da allegare al curriculum vitae.
Le competenze trasversali a scuola: l’importanza dei PCTO
Ma se le competenze specifiche, le hard skill, si acquisiscono attraverso lo studio e le esperienze lavorative, come si fa ad apprendere una capacità come il problem-solving? Come si esercita la creatività? La risposta è semplice: a scuola con le aziende. Nel 2018, il Consiglio dell’Unione Europea attraverso una raccomandazione ha sottolineato la necessità di fornire a tutti i cittadini delle competenze chiave:
“Quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, l’occupabilità, l’inclusione sociale, uno stile di vita sostenibile, una vita fruttuosa in società pacifiche, una gestione della vita attenta alla salute e la cittadinanza attiva”.
In Italia questa raccomandazione è stata attuata attraverso l’introduzione nelle scuole dei “Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento” o PCTO. Questi percorsi, definiti in passato “Alternanza scuola lavoro”, danno la possibilità agli studenti delle scuole superiori di fare delle esperienze lavorative che gli consentono di acquisire non solo delle abilità specifiche inerenti l’indirizzo di studi che stanno seguendo, ma anche di sviluppare le soft skill. Si tratta di momenti di formazione di indiscutibile importanza che arricchiscono la preparazione degli studenti, forniscono materiale da inserire all’interno del curriculum e soprattutto li aiutano a muovere i primi passi per orientarsi nel mondo del lavoro.
Come allenare le competenze trasversali
Alcune attitudini sono innate, sono peculiarità che fanno parte della propria indole. Ci sono persone particolarmente pratiche e in grado di trovare in poco tempo soluzioni efficaci per problemi complessi e altre invece, diplomatiche per natura, che riescono a risolvere ogni conflitto. Delle soft skills si acquisiscono sul campo, accumulando esperienze, incontrando colleghi e intrecciando rapporti lavorativi. Ma questo non vuol dire che le competenze trasversali non possano essere sviluppate da zero, allenate o migliorate attraverso percorsi di studio mirati.
Se non si ha avuto la fortuna di partecipare ai percorsi di “Alternanza scuola lavoro”, è sempre possibile studiare per l’acquisizione di queste competenze.
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