L’architettura organica progetta e costruisce edifici in armonia con il contesto circostante. Forme e volumi si adattano e tengono conto delle necessità e delle opportunità della natura intorno: luce, suoni, territorio, temperature, ed altro. Gli spazi architettonici offrono risposte naturali, oltreché funzionali, alle esigenze di chi li abita.
Insomma, quella organica è un’architettura più a misura d’uomo e d’ambiente.
Sembra quasi un concetto figlio della “green economy” degli ultimi anni. Invece, l’architettura organica è nata e si è affermata nei primi decenni del Novecento.
Ma chi sono gli architetti che hanno dato vita all’architettura organica?
Chi studia architettura ne avrà già sentito parlare. Infatti, alcuni edifici realizzati secondo i principi dell’architettura organica sono pietre miliari nel campo dell’architettura moderna e hanno ispirato generazioni di architetti nel mondo. E, di sicuro, continuano a essere punti di orientamento per le più recenti bioarchitettura o architettura sostenibile.
Il padre dell’architettura organica: Frank Llyod Wright
Fu la mente creativa e innovativa dell’architetto americano Frank Llyod Wright a immaginare e realizzare architetture fondate sul dialogo con la natura. Nel 1908 coniò il termine “architettura organica” e ne definì i principi in successive interviste e conferenze. Essenziali per approfondire l’opera di Wright rimangono i volumi Organic Architecture (1938) che raccoglie le sue conferenze al Royal Institute of British Architects di Londra; o, An Autobiography (1945). In quest’ultimo è Wright stesso a raccontare la sua filosofia architettonica, e a rivelare anche qualche difficoltà realizzativa di alcuni suoi più “temerari” progetti.
Alcuni esempi dell’architettura organica di Wright: Casa Kaufmann
Per rendersi subito conto di cosa parliamo quando ci riferiamo all’architettura organica l’esempio più emblematico rimane, forse, Casa Kaufmann (1936). Più nota come Fallingwater (“casa sulla cascata”) fu progettata per innestarsi – letteralmente – su di un ruscello tra i boschi della Pennsylvania. Quasi fosse da sempre stata lì, parte stessa del paesaggio, come fusa alle rocce circostanti su cui scorre il ruscello.
Infatti, il gioco di volumi delle terrazze – realizzate in calcestruzzo armato, molto duttile e all’epoca innovativo – ricalcano e valorizzano il dislivello della “cascata” mentre per il rivestimento esterno fu scelta, rigorosamente, una pietra tipica del luogo. Inoltre, il contatto con la natura non viene mai perso, neanche all’interno, grazie alle grandi vetrate e all’uso di pilastri in legno che richiamano gli alberi circostanti.
Alcuni esempi dell’architettura organica di Wright: Jason Wax Building
Un’altra grande opera di Wright è il Jason Wax Building del 1938, in particolare, lo stupefacente openspace della Great Workroom, gli uffici amministrativi della società. Luminosissimi e arredati con soluzioni modulari ideate della stesso Wright per favorire i lavoratori, la sala – di duemila metri quadri – sembra quasi una foresta grazie alle delicate colonne simili a “foglie di ninfea”, vera e propria scommessa tecnica (vinta!) di Wright. Vanno mensionati, almeno, gli otto edifici di Wright riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, oltre Fallingwater:
- Solomon R. Guggenheim Museum di New York (originalissima la soluzione a spirale interna)
- Unity Temple
- Frederick C. Robie House
- Taliesin
- Hollyhock House
- Herbert and Katherine Jacobs House
- Taliesin West
Il maggiore esponente europeo: Alvar Aalto
Un seguace di Wright, e innovatore dell’architettura organica in Europa, è il finlandese Alvar Aalto. Basti pensare alla Biblioteca Vilpuri, in cui gli spazi funzionali si arricchiscono, nella sala lettura, del contributo dell’illuminazione della luce naturale che filtra attraverso il numerosi lucernari nel soffitto. Oppure, alla copertura ondulata progettata per l’auditorium interno capace di assicurare una migliore diffusione dell’acustica.
Anche in Aalto lo scopo d’uso dei luoghi viene rafforzato dal dialogo con gli elementi e l’ambiente circostante e il legame col territorio dalla scelta dei materiali utilizzati.
Studiare architettura: una scelta a metà tra logica e creatività
Le sfide tecniche affrontate da Wright e da Aalto sono guidate dalla visione artistica e funzione sociale alla base della loro architettura. Non solo loro, ma gli architetti in genere sono tenuti a sviluppare una loro particolare sensibilità, frutto di stimoli stratificati e multidisciplinari per dare vita a originali soluzioni formali e strutturali che abitano il mondo. Forse è per la grande possibilità di esprimere le proprie idee che tantissimi giovani, anno dopo anno, si preparano per affrontare i test di ingresso alla facoltà di architettura nei vari atenei italiani.
Se anche tu per strada cammini col naso all’insù per osservare i dettagli più nascosti di un edificio, accarezzi i marmi e le pietre dei monumenti della tua città o ti chiedi in che modo sia stato possibile costruire palazzi dalla forma fantasiosa e quasi rischiosa, probabilmente hai i sintomi di innamoramento da architettura.
In questo caso ti consigliamo di valutare l’ipotesi di seguire questo percorso di studi!
I MOOC di orientamento all’architettura di Federica
Per iniziare, puoi esplorare il Metamooc dedicato all’Architettura per saperne di più su alcune tematiche che ruotano intorno a questa affascinante disciplina. I Metamooc di Federica sono un vero e proprio percorso di orientamento per scoprire la facoltà e le discipline che più ti interessano.
Se invece hai già dimestichezza con alcuni concetti base della materia, ti consigliamo di approfondire un particolare (e necessario!) corso: Scienza delle costruzioni curato dal Prof. Luciano Rosati dell’Università di Napoli Federico II. Oppure, se vuoi ancora osservare il rapporto tra le costruzioni architettoniche e la natura, potresti seguire il corso di Archeoastronomia e orologi solari, dove troverai testimonianze di un legame millenario, come espresso dalle piramidi egizie o le costruzioni Maya.
Oggi sappiamo che la scommessa da vincere è un futuro più eco-friendly e in rispetto con la Natura. E allora anche tu se studi architettura o sei interessato a farlo puoi fare la tua parte: studiare le basi e prendere ispirazione dai maestri!
Buono studio con Federica.