Da sempre, in Italia e nel mondo, la didattica è caratterizzata da lezioni “tradizionali” di tipo frontale dove c’è un docente che detiene la conoscenza e una classe di alunni di fronte a lui pronta ad apprendere.
Quello di cui vogliamo parlarvi oggi è un metodo diverso, dove il rapporto tra docente-alunno cambia, il collaborative learning, o apprendimento collaborativo.
Alla base c’è la centralità dello studente che, inserito all’interno di un gruppo, deve imparare a collaborare con gli altri, ma non solo. Elaborare le informazioni, sintetizzare i concetti, risolvere problemi e aiutarsi a vicenda, sono i risultati che è possibile ottenere con il collaborative learning.
Vantaggi dell’apprendimento collaborativo
Diversi sono i punti di forza che emergono dall’apprendimento collaborativo. Roger T. Johnson e David W. Johnson, nel loro testo “Creativity and Collaborative Learning: A Practical Guide to Empowering Students and Teacher” di , scrivono:
“Confrontando tutti gli studi, risulta che il metodo di apprendimento cooperativo si colloca in media circa due terzi al di sopra di quello competitivo e di quello individualistico.”
Ma entriamo nel dettaglio. Tra i vantaggi di questo metodo abbiamo:
Apprendimento attivo: a differenza delle altre tipologie, l’apprendimento collaborativo mette in moto processi di organizzazione di pensiero e argomentazione che aiuta lo studente ad esser sempre pronto al confronto con i compagni ed esporre il proprio punto di vista
Pensiero critico: il confronto con i compagni mette lo studente di fronte a informazioni sempre nuove, nuovi punti di vista che lo aiutano ad apprendere concetti a cui non aveva pensato prima e lo apre alla possibilità di cambiare il proprio punto di vista;
Preparazione alle situazioni sociali: oltre che migliorare il lavoro in gruppo, e quindi la collaborazione, il collaborative learning aiuta a parlare davanti un pubblico, anche se ristretto. Ciò aiuterà lo studente nell’ambito personale e professionale;
Come funziona l’approccio collaborativo?
Prima di parlare di metodi, è importante sottolineare che la differenza principale tra un approccio frontale e uno collaborativo è nella modifica del rapporto tra insegnante-allievo. La conoscenza, che nel primo caso è in mano solo del docente, diviene condivisa, e ogni studente può arricchire la lezione con esperienze o conoscenze proprie.
L’ideale sarebbe iniziare ad approcciare a questo nuovo metodo un po’ per volta, iniziando da una piccola esercitazione per poi passare a periodo più lunghi. In questo caso possibile attuare 3 passaggi fondamentali:
Presentare il nuovo approccio. Si può iniziare formando dei gruppi di due, dove lo studente si rivolge al compagno di banco o al suo fianco per iniziare la discussione su un argomento.
Dare il giusto tempo. Passare dal metodo frontale a quello collaborativo può non essere semplice per tutti, in quanto viene fornita una maggiore autonomia. Dare del tempo aiuta gli studenti a sentirsi a proprio agio: l’importante è essere pronti a rispondere a eventuali domande.
Debriefing. È il momento della condivisione con il resto dell’aula. Invita gli studenti a parlare delle loro conclusioni e riflessioni senza aver timore di affrontare fin da subito le idee sbagliate o dei punti critici. Apri poi la riflessione con il resto della classe.
Una volta che gli studenti hanno approcciato a questo nuovo metodo, è possibile affrontarlo a pieno ritmo.
Ci sono pochi e semplici punti da tenere a mente:
- introdurre il lavoro tra pari, o di gruppo, già dal primo semestre e stabilire quali sono le aspettative finali;
- individuare delle regole per gestire al meglio la partecipazione di tutti;
- far capire agli studenti come funziona il lavoro di gruppo, la discussione tra pari e come funziona la valutazione;
- aiutarli nel capire come auto-valutarsi al meglio e come valutare il lavoro altrui;
- aiutarli a sviluppare le competenze necessarie al lavoro di gruppo e al pensiero critico.
Non resta quindi che immergersi in questo nuovo approccio e vedere la risposta da parte degli studenti!
E tu hai già provato l’approccio collaborativo? Raccontaci, nella sezione dedicata ai commenti, la tua esperienza.